Tag: crescita psicologica

Chi sei

Chi sei

La consapevolezza di chi siamo è nient’affatto cosa semplice. Possiamo impiegare un’esistenza intera e non arrivare a comprenderci davvero. A volte ci serviamo di titoli e corrispondenze esterne. È vero che non vedendo il mondo com’è ma come siamo, tutto ci fa da specchio, rendendoci 

Cura narrativa e poesia

Cura narrativa e poesia

Una cura narrativa è una forma di supporto al benessere attraverso la narrazione, ossia l’uso di storie. Ne approfondirò il senso, spiegandoti anche come la poesia possa non solo entrare a farne parte, ma avere un particolare potere terapeutico. Le storie sono importanti L’uso delle 

Fiabe per parlare con i bambini – seconda parte

Fiabe per parlare con i bambini – seconda parte

Nel post del 10 agosto ti ho iniziato a parlare di fiabe per parlare con i bambini che ho scritto e raccolto in alcuni libri.

Oggi vorrei continuare parlando di altri due libri di fiabe che affrontano degli argomenti che amo davvero tanto.

Le fiabe sono un linguaggio che aiuta a introdurre argomenti anche molto delicati, in ogni caso risulta essere una modalità piacevole e divertente per riflettere insieme ai bambini.

Come aiutare i bambini a vivere bene la timidezza

C’è una fiaba che parla di Edo ed Emy, due bambini che vivono ciascuno sul proprio pianeta, per ciascuno unico e speciale. Entrambi si impegnano a passare il tempo e divertirsi sul proprio pianeta, ma dopo un po’ la mancanza di un amico si fa sentire, così riescono a conoscersi e fare amicizia, sapranno poi farsi coraggio e andare insieme a conoscere tanti altri bambini.

I timidi amano stare tra ciò che è conosciuto e hanno bisogno di avvicinarsi in maniera graduale al nuovo e sconosciuto, affinché diventi esplorabile e sicuro.

Nel libro trovi 4 fiabe e 6 attività per aiutare i bambini a vivere bene la timidezza.

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Una fiaba sull’ispirazione

Quella di Mastro Licciardello e i folletti del violino è una fiaba che viene da lontano. Una delle prime che scrissi oltre dieci anni fa. Una fiaba dove il protagonista si affida alla parte di sé esecutiva, a testa bassa produce i suoi violini, porta a termine diligentemente tutte le fasi operative, si dimentica,  però, degli aspetti più intuitivi e razionali, rinnega la “magia”, la sbeffeggia.

Se ci si affida completamente alla sfera razionale, si rischia di indispettire una parte più libera e creativa, quei “folletti” che aiutano ad avere l’idea buona, o a realizzare una cosa bella.

Se i “folletti” si arrabbiano, come nella fiaba, possono smettere di elargire i loro doni.

Quando i “folletti” se ne vanno però l’armoniosa melodia se ne va con loro.

Ci vorrà un lavoro di consapevolezza e la capacità di andare incontro ai propri “folletti”.

La fiaba si intitola “Mastro Licciardello e i folletti del violino”

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Fai cose belle con i figli

Fai cose belle con i figli

Per vivere una bella relazione fare insieme cose belle aiuta. L’ho provato in prima persona e sicuramente anche tu. Certe volte, prese dal compito educativo, ci dimentichiamo di divertirci insieme ai figli, o meglio magari ci dedichiamo a passatempi che riteniamo possano essere divertenti per 

Gli anni volano..

Gli anni volano..

Puff! Un altro anno è passato, gli anni volano via? Tu come ti senti quando compi gli anni? Ammetto che cado vittima dei passaggi di decennio, come credo moltissime altre persone. Gli altri anni mi fanno meno effetto. Quest’anno mi fanno particolarmente poco effetto perché 

Cambiare lavoro.

Cambiare lavoro.

Cambiare lavoro, ti è mai capitato?

poesia

Si tratta di uno dei cambiamenti di vita più importanti nella nostra società. Apparentemente meno coinvolgente di un cambiamento nell’ambito privato della propria vita, dove sono coinvolti più direttamente i sentimenti.

Eppure è una trasformazione importante.

Riguarda tante aree personali.

In passato analizzando un cambiamento personale importante come il divorzio, ho descritto gli ambiti descritti da Bohannan toccati da questa importante vicenda esistenziali.

L’autore per il divorzio identifica diverse dimensioni: emozionale, legale, economico, comunitario, psicologico.

Mi è venuto in mente perché credo che anche un cambiamento di lavoro, a seconda del tipo di cambiamento, possa toccare diverse aree dei vita proprio come un divorzio.

LEGALE

Da un punto di vista legale ed economico possono esserci le variazioni più evidenti e immediate: magari passiamo da una partita iva a un lavoro dipendente o vice versa e questo segna un passaggio da un punto di vista legale che ha delle ripercussioni anche da un punto di vista psicologico e di organizzazione di vita. Notevole può essere anche il cambiamento economico, in positivo o in negativo, a seconda dei casi, e avere anche questo il suo impatto nella vita di una persona.

Credo però che appaia chiaro come anche gli ambiti emozionale, comunitario e personale siano toccati dal cambiamento del lavoro.

EMOZIONALE

Possiamo vivere anche una sorta di lutto nel perdere una certa condizione lavorativa, una perdita che lascia un vuoto rispetto all’attività che non si può più svolgere come prima, la possibilità di sostentarsi che viene meno, la soddisfazione di sé e l’impatto sull’autostima, il concetto di sé in relazione al ruolo svolto che può essere parte importante nella definizione di sé.

Quest’ultimo aspetto, la definizione di sé, rispetto ad un ruolo specifico, ha grande importanza da un punto di vista psicologico.

PSICOLOGICO

Chi sono io? Anche il ruolo lavorativo svolto, soprattutto se relativo ad una definizione professionale specifica conseguita dopo un percorso universitario, fa parte dell’identità personale.

Se a un certo punto si smette di esercitare una professione, si incorre anche in una ridefinizione di sé, della propria identità.

COMUNITARIO

C’è poi da considerare tutte le relazioni sociali intraprese e sostenute dalla professione svolta. I rapporti con colleghi possono venir meno e con i clienti generalmente si interrompono.

 

Ecco, riflettendo su tutto questo, diventa più chiaro quanto è importante e perché ci colpisce così tanto un cambiamento nell’ambito professionale.

Te ne ho parlato perché lo scorso anno ho attraversato personalmente questo mutamento.

Sono ancora qui come autrice, porto con me le conoscenze psicologiche accumulate negli anni di studi e di pratica professionale e sono contenta di continuare a condividere pensieri e spunti di riflessione che spero possano esserti utili.

Significato della fiaba di Barbablù

Significato della fiaba di Barbablù

Oggi ti voglio parlare del significato della fiaba di Barbablù, forse meno nota e più cruda, ma davvero interessante, forse più da grandi che da bambini. La fiaba La storia racconta di quest’uomo dalla barba blu, le cui fattezza in qualche modo mettono in guardia 

Accogliere, lasciare andare

Accogliere, lasciare andare

“Se i genitori non accettano la propria morte, i figli non potranno entrare nella vita” (Erik Erikson) Questa frase mi fa pensare alla frase “Accogliere vuol dire fare spazio”, cui ho dedicato una riflessione qualche tempo fa inerente la fase evolutiva dell’arrivo dei figli. Una 

Come inventare una fiaba – prima parte

Come inventare una fiaba – prima parte

Oggi ti vorrei dare alcuni suggerimenti su come inventare una fiaba.

Ti ho più volte parlato del valore del raccontare fiabe come anche dell’inventare fiabe proprie. Se ti senti in difficoltà nel provare a creare un racconto, oggi provo ad aiutarti.

Ingredienti

Affinché una qualunque attività umana abbia successo, sono necessari due ingredienti: capacità e motivazione.

Una persona può avere notevole facilità in matematica, ma se non ama i numeri difficilmente studierà ingegneria.

Credo di poter affermare con sufficiente sicurezza che la motivazione spinge spesso più della capacità. Soprattutto, pensando che per molte attività ci si può allenare a diventare più bravi, mentre l’assenza di motivazione genera, quasi sempre, un non agire.

La scrittura di favole e storie è una di quelle attività che, si e no, è richiesta a scuola. Dopodiché, la motivazione personale può portare a scrivere alcuni, ma nella maggior parte dei casi, anche laddove potrebbe esser presente buona capacità, non sarà un’attività quotidianamente in uso.

Il bello però è che, trovando tra le cause più disparate una propria personale motivazione, anche chi pensa di non esserne capace può scrivere la sua storia, anche perché

se si scrive per sé o per i propri bambini, le storie assumono un valore che valica il talento da scrittore.

Capire se stessi o voler usare la favolazione per parlare di temi difficili possono diventare ottime motivazioni.

 

Come inventare una fiaba: 3 elementi per una storia

Se non ci si sente portati, se dai tempi della scuola non ci si mette di fronte al foglio bianco per scrivere o digitare una favola, qualche suggerimento può spronare a farlo.

Un gioco interessante che si può fare è usare tre elementi.

Il gioco consiste nel pensare a un animale preferito, un luogo che piace, un’attività che si ama, poi, con questi tre elementi, costruire una breve storia.

Naturalmente, si possono fare tutte le variazioni che si desiderano, possiamo pensare al cibo preferito, al colore che ci piace di più, ad un mestiere e via con la fantasia.

Certo, anche la tipologia di elementi che scegliamo, potrà in seguito dirci qualcosa di come eravamo, come ci sentivamo, al momento in cui ci siamo cimentati con la storia che abbiamo creato.

Esempi

Elementi scelti:

Animale preferito: il gatto; colore preferito: il rosa; un luogo amato: negozio di caramelle.

Esempio n°1

C’era una volta un gattino, abitava in un negozio in fondo alla strada principale di un piccolo paese e passava le sue giornate a ronfare su di un morbido cuscino a forma di nuvoletta, color rosa confetto e come il colore della sua nuvola era dolce. Qui viveva serenamente la sua esistenza felina, almeno per quanto riguarda il dormire, il mangiare golosità da leccarsi i baffi e il farsi fare tutte le coccole che era possibile dalla sua amica umana Piripotta, e da tutti i bambini del quartiere. C’era, però, qualcosa di molto importante per un gatto che non sapeva fare.  Era un gattino che non sapeva graffiare nemmeno quando ce n’era bisogno, tutti i gatti sanno che ogni tanto c’è bisogno di graffiare, lo sanno anche i bambini e i grandi. Il gattino rosa però non lo sapeva fare, non ci riusciva, era più forte di lui. Puntualmente per consolarsi andava ad accoccolarsi ai piedi di Piripotta, l’anziana padrona del negozietto di caramelle in fondo alla strada.

Esempio n°2.

In centro, proprio stamattina ho visto la ragazza dei miei sogni. Bionda, vestita di rosa, coccolava un gatto. L’ho vista da dietro la vetrina, lei sedeva dietro il bancone della cassa, ai suoi piedi era accoccolato un micio fortunato. Il negozio, poi, mi piace quasi quanto lei. Da super golosone, non posso che continuare a venerare Il SWEET EMPIRE, enorme negozio di caramelle di tutti i tipi che è diventato croce e delizia di tutte le persone che, come me, fanno fatica a rinunciare alle golosità.

Questi due micro racconti, appena descrittivi di situazioni da cui potrebbero prender vita mille vicende, muovono dai tre elementi scelti, che potevano esser mescolati in mille altri modi a seconda dello stato d’animo, del temperamento, del momento di fantasia, del bisogno di comunicare di chi li scrive.

Un ultimo piccolo suggerimento su come inventare una fiaba

Potresti anche partire da questi incipit e dare il via al tuo racconto, se può esserti di aiuto.

 

 

Questo percorso di suggerimenti si compone di altre due parti che pubblicherò nelle prossime due settimane. A lunedì prossimo!

Significato della fiaba La Fanciulla senza mani

Significato della fiaba La Fanciulla senza mani

Oggi voglio condividere in un post alcune riflessioni che ho inviato tempo fa in una favolettera, perché sono per me particolarmente importanti, riguardano una fiaba che si conosce meno rispetto alle super famose, è “La fanciulla senza mani”. LA FIABA IN BREVE Te la dico