Significato della fiaba La Fanciulla senza mani
Oggi voglio condividere in un post alcune riflessioni che ho inviato tempo fa in una favolettera, perché sono per me particolarmente importanti, riguardano una fiaba che si conosce meno rispetto alle super famose, è “La fanciulla senza mani”.
LA FIABA IN BREVE
Te la dico in breve: un padre fa un patto col diavolo senza volerlo e questi prende le mani della figlia. Questa fanciulla vivrà a lungo senza le mani, fino a quando dopo un tempo adeguatamente lungo e un percorso che lo consente, tornerà ad avere le mani.
Che significa: che certe esperienze tolgono la sensazione che siamo in grado di agire sul mondo.
RIAPPROPRIARSI DI POTERE E RESPONSABILITÀ
A un certo punto però, quale che siano state le esperienze primarie, abbiamo la grande opportunità di creare cambiamento. Ci vorranno anni?
Ci vorranno nuove e più sane relazione affettive?
Ci vorrà un percorso psicologico? Può darsi. Però è possibile.
Se continuiamo tutta la vita ad incolpare qualcun altro dei nostri guai ci precludiamo la possibilità di creare quel cambiamento di cui abbiamo bisogno.
Restituirsi responsabilità vuol dire restituirsi potere.
Fa paura? Sì. È difficile? Sì. Però è possibile.
PRENDERSI CURA DI SÉ
La prima e fondamentale mancanza rappresentata dalla mancanza delle mani è il venire meno della possibilità/capacità di prendersi cura di sé.
La consapevolezza è importante. Capire che si vive questa mancanza. Comprendere gli eventi che mantengono la situazione sempre uguale a se stessa. Spesso è necessario un tempo abbastanza lungo, come nella fiaba.
Un tempo in cui l’evoluzione passa attraverso un apprendimento fatto di una ripetizione di errori. Non inutili, ma necessari alla trasformazione.
Prendersi cura di sé è il primo passo di grandi cambiamenti. Vuol dire aver capito il proprio valore. Si fertilizza l’autostima. Se sentiamo di avere valore allora ci sentiremo in grado di agire e ottenere quello che desideriamo.
CONSAPEVOLEZZA E CAMBIAMENTO
Quando diventiamo consapevoli di una situazione, compiamo il primo passo per poterla cambiare.
I cambiamenti però, quanto più sono importanti e profondi, di tanto più tempo potrebbero aver bisogno per maturare e realizzarsi proprio quando è il momento e non prima.
A questo proposito mi torna in mente una poesia che vi condivido, che ben rapprensenta un percorso di consapevolezza, che non ha caso è il suo titolo:
Un percorso di consapevolezza in cinque passi di Portia Nelson
I
Cammino per la strada.
C’è una profonda buca nel marciapiede.
Ci cado.
Sono persa…Sono impotente.
Non è colpa mia.
Ci vorrà un’eternità per trovare come uscirne.
II
Cammino per la stessa strada.
C’è una profonda buca nel marciapiede.
Fingo di non vederla.
Ci ricado.
Non riesco a credere di essere nello stesso posto.
Ma non è colpa mia.
Ci vuole ancora molto tempo per uscirne.
III
Cammino per la strada.
C’è una profonda buca nel marciapiede.
Vedo che c’è.
Ci cado ancora… è un’abitudine.
I miei occhi sono aperti.
So dove sono.
E’ colpa mia.
Ne esco immediatamente.
IV
Cammino per la strada.
C’è una profonda buca nel marciapiede.
La aggiro.
V
Cammino per un’altra strada.
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Ho scritto alcuni libri di fiabe per parlare ai bambini di temi difficili o delicati: