Accogliere, lasciare andare

Accogliere, lasciare andare

“Se i genitori non accettano la propria morte, i figli non potranno entrare nella vita” (Erik Erikson)

Questa frase mi fa pensare alla frase “Accogliere vuol dire fare spazio”, cui ho dedicato una riflessione qualche tempo fa inerente la fase evolutiva dell’arrivo dei figli.

Una famiglia, come una creatura vivente, attraversa diverse fasi durante la sua esistenza.

Ciascuna implica che i suoi membri crescano, affrontino determinati compiti evolutivi, cambino.

Accogliere i cambiamenti

Accogliere i cambiamenti, trasformare le proprie abitudini in virtù dei momenti evolutivi che attraversiamo può essere drammaticamente complesso.

Saltano per aria equilibri prestabiliti, si attraversano fasi di crisi prima che sia possibile stabilirne di nuovi, talvolta il sistema familiare non resta unito durante i cambiamenti. Una famiglia può trasformarsi dividendosi.

Quando abbiamo dei figli, li diamo alla luce, li mettiamo al mondo, diamo loro la vita. Pensiamo a tutte queste parole: doniamo i nostri figli alla vita, doniamo la vita ai nostri figli.

 

Fare spazio

Sarà necessario fare il giusto spazio sin dalla nascita ai nostri bambini. Tuttavia quello che inizialmente ci devasta fisicamente, perché la cura di un neonato può mettere a dura prova, è solo l’inizio di tante prove evolutive che noi come genitori affronteremo, accanto a noi i figli affronteranno le proprie di prove di crescita.

Solo se noi genitori riusciremo a superare le nostre tappe evolutive, i figli potranno serenamente attraversare le proprie.

Tenerli stretti a noi quando è il momento, lasciarli andare quando è tempo.

Quando sono piccini, i primi anni, i bambini richiedono la nostra presenza moltissimo, fino a sfinirci. Spesso si sente parlare a sproposito di vizi, di necessità d’indipendenza in età in cui tale indipendenza ancora non può esserci.

Tuttavia, poi, è possibile riscontrare situazioni in cui è difficile lasciarli andare i figli. È troppo piccolo per andare in gita una giornata intera, o due giorni, è troppo giovane per intraprendere un viaggio che lo porterà lontano, etc.

È difficile riuscire a realizzare le tappe evolutive giuste nei giusti momenti, ma è il solo modo per creare benessere per sé e per i propri figli.

 

Lasciarli andare

Teniamoli stretti a noi da piccini, nel momento in cui è sano e necessario.

Impariamo, via, via che crescono, a farci da parte. Un passetto di allontanamento alla volta. È una crescita anche per noi. Sono passi con cui piano, piano ci allontaniamo dalla vita che abbiamo creato, la loro, e in qualche modo lavoriamo affinché se ne approprino distaccandosi da noi negli anni.

Una separazione lenta ma necessaria.

Solo se realizziamo il nostro distacco dalla (loro) vita, loro potranno appropriarsene del tutto e viverla a pieno. Quantomeno, agevoleremo questo compito evolutivo, realizzando la nostra parte.



Rispondi