Tag: 0-3 anni

Una fiaba per parlare dell’importanza di impegnarsi per trovare il proprio posto nel mondo

Una fiaba per parlare dell’importanza di impegnarsi per trovare il proprio posto nel mondo

Oggi ti parlo di una fiaba per parlare dell’importanza di impegnarsi per trovare il proprio posto nel mondo. È una fiaba a cui tengo davvero tanto, è la prima fiaba che ho scritto, da grande, con cognizione di causa sullo scrivere. Così coglierò anche l’occasione 

Fenomeni a tutti i costi: perché i genitori hanno questa ansia da gara con i bambini?

Fenomeni a tutti i costi: perché i genitori hanno questa ansia da gara con i bambini?

Fenomeni a tutti i costi: perché i genitori hanno questa ansia da gara con i bambini? come farsela passare? che effetti può avere sul bambino una volta adulto? Questa domanda mi è stata fatta da una mamma sinceramente preoccupata per i livelli di competizione tra 

Una fiaba per spiegare ai bambini che è meglio non essere troppo assillanti

Una fiaba per spiegare ai bambini che è meglio non essere troppo assillanti

Oggi ti parlerò di fiaba per spiegare ai bambini che è meglio non essere troppo assillanti.

Usare le fiabe per comunicare ai bambini

Le fiabe sono sempre un ottimo modo per passare un messaggio importante ai bambini.

Hanno un linguaggio delicato fatto di metafore e personaggi di fantasia, simbolici.

Proteggono, non facendo sentire presi di mira in prima persona, ma collocando la storia in un tempo e in un luogo indefiniti. Ponendo al riparo e permettendo di affrontare l’argomento senza sentirsene colpiti.

Il momento della lettura

Oltre a un linguaggio delicato e protettivo, le fiabe hanno anche il pregio di regalare con semplicità un momento relazionale insieme, arricchente sia per chi narra che per chi ascolta.

Se non ti senti brava a narrare puoi ascoltare la fiaba col tuo bambino, te la racconto io questa volta:

Babbo Natale e l’elfo dei pensieri

Spero però che i verrà voglia di regalarti il libro delle fiabe di Natale per leggerlo tu al/la tuo/a bambino/a.

Il significato della fiaba

In questa fiaba un piccolo elfo dispettoso, coinvolge un bambino in una delle sue birbonate. Il bambino dal canto suo si lascia trascinare senza rendersi inizialmente conto.

È un po’ quello che accade ai bambini quando si impuntano su qualcosa e prendono a insistere molto senza capire che è negativo per loro oltre che per chi si prende cura di loro.

Diventa un momento difficile da gestire.

Il bimbo protagonista riceve una spiegazione che gli fa capire come le cose siano sfuggite di mano e che è importante smettere di insistere col comportamento sbagliato che l’elfo dispettoso ha messo in atto.

Spiegate sempre molto ai bambini

È importante offrire sempre adeguate spiegazioni ai bambini circa le situazioni. Usando parole ed esempi che loro possano capire.

Certo mentre è in atto una crisi emotiva è necessario aspettare che le acque si calmino. Anzi intervenire per calmare il bambino con un abbraccio. A volte sarà un abbraccio faticoso, un bambino, specie se piccolo e molto arrabbiato, potrebbe divincolarsi. Sta noi essere stabili e protettive. Aiutarlo con l’abbraccio, parole dolci che lo invitino a calmarsi, se necessario cullarlo un po’.

Solo quando avremo guadagnato la tranquillità, allora potremmo offrire una spiegazione. Ad esempio perché non si può acquistare un giocattolo che desidera o per quale motivo è necessario aspettare prima di fare qualcosa che desidera da matti.

Offrire spiegazioni stando in contatto emotivamente

È importante, soprattutto se quel che diciamo riguarda un fatto che provoca tristezza o rabbia, dire il perché una certa cosa non può verificarsi ma anche capire e accogliere l’emozione. Capire la rabbia o la tristezza e consolare. Offrire, oltre ad adeguate spiegazioni, anche adeguato conforto.

Tutto questo, spiegare e consolare, è attuabile se prima di tutto entriamo in sintonia col bambino, ci assicuriamo che ci stia rivolgendo la sua attenzione, che ci guardiamo negli occhi, ovviamente richiamando la sua attenzione con dolcezza, chiamandolo per nome,agganciandolo” magari raccontando che anche per noi alla sua età quella è stata un’esperienza difficile, che in ogni caso siamo lì per lui/lei e che comprendiamo le sue emozioni.

I bambini non sono cattivi

I bambini non sono cattivi

Spesso quando parlo con le mamme mi dicono frasi come queste: “È buona, mangia e dorme” Oppure “non è tanto buono ultimamente, si sveglia a tutte le ore” O ancora “È buono, a parte che non dorme tanto la notte”. È chiaro che nessuna mamma 

Un decalogo per bambini e adulti felici

Un decalogo per bambini e adulti felici

Oggi manifesto il mio pensiero sul mondo materno condividendoti un decalogo per bambini e adulti felici. Questo è un post che riassume a grandi linee quello che penso sulla relazione “adulto che si prende cura” – bambino. Le basi importanti, imprescindibili, come pietre alle fondamenta. 

Genitori e figli: istruzioni per l’uso

Genitori e figli: istruzioni per l’uso

Un titolo ambizioso quello di oggi, Genitori e figli: istruzioni per l’uso
e aggiungo
Sottotitolo: Del perché motivare i figli è meglio che punirli.

ATTENZIONE: Post ad alto contenuto informativo per genitori che desiderano instaurare un rapporto sereno e motivante con i propri figli tale da essere i loro ispiratori e supporter anziché i loro istitutori.

Ho scoperto il modo più fantastiglioso di porsi nei confronti dei figli per crescerli.

Excursus teorico utile a capire:

Educare, crescere, insegnare sono tre compiti cui andiamo incontro quando mettiamo al mondo un bambino. Viviamo in una società la cui organizzazione non pone i bambini al centro, non coadiuva neppure al meglio coloro che li accudiscono.

Ad un certo punto i bambini vanno a scuola, tuttavia, si tratta di un luogo deputato al sapere istituzionale, a programmi ministeriali da seguire. Il “grosso” dell’educazione di un bambino spetta al suo nucleo familiare.

Ogni mamma e ogni papà, salvo rari casi patologici, è sempre volto a fare il massimo e il meglio che può per i suoi bambini.

Questo per sottolineare che ciascun genitore affronta un compito arduo con le migliori intenzioni.

Una teoria tutt’ora applicata con successo all’insegnamento è quella cognitivo-comportamentale. L’apprendimento è determinato dalle conseguenze delle nostre azioni.

Se una risposta ad uno stimolo esterno, vale a dire un nostro comportamento in una determinata situazione, produce delle conseguenze che percepiamo come positive, o l’eliminazione di una preesistente condizione negativa, allora quel comportamento si dirà rinforzato, ciò significa che aumenteranno le probabilità di riprodurre quello stesso comportamento in futuro.

Detto in parole povere se vediamo che una certa azione ci fa stare bene perché l’ambiente ci risponde in maniera positiva, agiremo di nuovo il medesimo comportamento in futuro quando se ne presenterà l’occasione, perché abbiamo appreso che ne otteniamo qualcosa di buono.

Su questa modalità si basa ampiamente il modo di insegnare, anche tanti elementi della nostra società funzionano su questi principi.

Lavoriamo per ottenere uno stipendio.

Ci ringraziano quando porgiamo qualcosa a chi ce lo ha chiesto.

Esiste però anche l’aspetto opposto.

Se un nostro comportamento non produce effetti positivi o peggio produce l’eliminazione di effetti positivi preesistenti o peggio effetti negativi, allora quel comportamento dovrebbe essere via, via, estinto si dice tecnicamente, vale a dire che nel tempo non metteremo più in atto una certa azione se non ha prodotto per noi qualcosa di buono.

Questo se la mente umana fosse liscia e semplice potrebbe funzionare sempre al 100%. Con tutto che siamo creature complesse in genere funziona. Tuttavia c’è qualcos’altro da tenere in considerazione.

Bisogna tenere conto di una variabile determinante che potrebbe

  1.  vincere anche sul fattore conseguenze rinforzanti o meno.
  2. scontrarsi con le conseguenze imposte a un nostro comportamento e entrare in conflitto con esse procurandoci disagio a breve e/o lungo termine.

La motivazione

Questo grande motore è la MOTIVAZIONE.

La motivazione è una spinta interiore ad agire per qualcosa di cui sentiamo il bisogno. Un’approfondita analisi della motivazione è stata fatta da Maslow ormai qualche annetto fa. Negli anni ’40 infatti concepì il concetto di “gerarchia dei bisogni” enunciandolo nel suo famoso testo “Motivazione e personalità”.

Maslow suddivise in bisogni in base alla loro urgenza per gli esseri umani.

Abbiamo prima di tutto bisogno di saziare i nostri bisogni cosiddetti fisiologici: fame, sete etc.

Una volta che questo aspetto è soddisfatto la nostra attenzione andrà a un livello di bisogni superiore, definito bisogno di sicurezza e protezione, ne sono parte ad es. il bisogno di essere in salute, di sicurezza fisica, di proprietà. Dopo arriva il bisogno di appartenenza, inteso come bisogno di affetto, di indentificarsi con il proprio gruppo. Riguardano questo gruppo di bisogni l’amicizia e la famiglia.

Un gradino più su c’è il cosiddetto bisogno di stima, in cui rientra anche la stima per se stessi. Si arriva poi al vertice della piramide con il bisogno di realizzare se stessi, la propri identità.

Le motivazioni sono intese come base dello sviluppo individuale.

Nei nostri comportamenti siamo mossi dalla motivazione.

Fine excursus.

A cosa mi è servito?

Per dire che alcune modalità di porsi nei confronti dei figli non sono le più felici né per i genitori né per i figli.

Purtroppo mi rendo conto ascoltando le persone intorno a me che è ancora diffuso trattare i bambini come incompetenti, rivolgersi a loro parlando di punizione, minacciarli e in casi purtroppo non troppo rari sconfinare nell’ancor più abominevole azione di picchiarli.

Cosa può portare tutto questo se non grande infelicità nei bambini, ma anche nei genitori e nelle relazioni famigliari?

C’è però una risposta.

Porsi nei confronti dei propri bambini, come un coach si pone nei confronti della persona che supporta.

Inforcare gli occhiali positivi del guardare alle potenzialità, adoperandosi per aumentare la consapevolezza, la responsabilità e la fiducia nei nostri bambini.

Sentirsi oppressi, sentirsi ripetere che si incorre in una punizione non fa che indispettire, frustrare e innalzare il livello di stress minando il benessere a livello sia fisico che psicologico.

Restituire ai bambini consapevolezza e responsabilità li aiuterà a crescere e incrementerà il loro livello di fiducia.

Ecco alcuni elementi utili:

1. Bandire il termine punizione. Punire serve solo ad abbassare la motivazione e ad accrescere la frustrazione. È una modalità errata di porsi.

2. Spiegare ai bambini sempre il perché delle cose. Dire “Non si fa” senza dare una spiegazione è un modo errato, non consente di capire e di crescere.

La sequenza esatta è: così non va perché….., il modo giusto di fare è…….. perché………….. Conoscere il motivo del perché si fa una certa cosa è fondamentale.

Ci vuole più tempo? Sì. Pazienza. È il miglior tempo da investire. Ne vale davvero la pena.

3. Usare il rispecchiamento e l’empatia. Come vorremmo essere trattati noi in una certa situazione? Se abbiamo commesso un errore come vorremmo che reagisse chi ci ama? Sicuramente vorremmo consolazione, aiuto e supporto.

4. Siamo collaborativi, anziché imperativi. “Aiutami a fare questo, tu occupati di questa cosa qui io farò quest’altra” anziché “Fai questo se no sono guai!”.

5. Quel che diamo ci torna indietro. Se siamo gentili, insegneremo la gentilezza. Se siamo rispettosi, insegneremo il rispetto. Attraverso le azioni, più che con le parole.

6. Incentiviamo i nostri piccoli sottolineando i loro successi.

Riassumendo:

Motiviamo

Ascoltiamo

Trattiamoli come competenti e capaci

Rispettiamoli

Voi come siete con i vostri figli?

Li considerate competenti?

Sapete motivarli?

Se non è così provate a poco a poco a virare verso questa modalità “genitore-coach” e ditemi come migliorano le cose!

Davvero, si sta tutti meglio ^_^

 

Un modo bello per comunicare con i bambini sono le fiabe. Qui trovi i miei libri per aiutarti in questo senso.

 

Genitorialità dolce

Genitorialità dolce

Oggi ti parlo dell’essere mamma e papà che applicano la genitorialità dolce, o gentle parenting per essere internazionali ;o) Vuol dire vivere sin dal primo momento una cultura del contatto, inteso come essere vicini emotivamente e fisicamente al proprio cucciolo. Cosa significa Significa rispettare l’istinto, 

Il sonno dei bambini

Il sonno dei bambini

Il sonno dei bambini è diverso da quello dei grandi Il sonno nei bambini è differente da quello degli adulti, sfortunatamente per quest’ultimi. Così, tranne rari casi molto fortunati, i neogenitori vedono sfumare nel passato le loro serene notti di sonno, notti in cui erano 

3 modi di comunicare che favoriscono l’autostima

3 modi di comunicare che favoriscono l’autostima

Talvolta utilizziamo delle espressioni che incidono negativamente sull’ autostima dei bambini, invece ecco un modo di comunicare che favorisce l’autostima:

Mettere in discussione il messaggio o il comportamento non il suo autore

Questa modalità di approccio comunicativo è molto importante. Capita spesso di mettere in discussione la persona anziché quello che ha detto o fatto. È molto diverso per chi riceve una critica, che sia un suo singolo comportamento o affermazione ad essere disapprovato, anziché la sua persona.

Quando si dice a un bambino che è stato cattivo, maleducato, o qualunque altra etichetta negativa, stiamo criticando la sua persona.

Come potrebbe replicare o ragionare se non sentendosi, giustamente, frustrato e arrabbiato?

Diverso è circoscrivere la critica al comportamento inadeguato avuto: “Quando fai/dici questa cosa non va bene perché…”

Questa modalità critica il comportamento e non la persona. Si fornisce una spiegazione e un bambino può restare in relazione e riflettere.

Sottolineare i pregi piuttosto che i difetti

Quello che viene portato sotto i riflettori, ossia all’attenzione, ha più probabilità di essere considerato, memorizzato e reiterato. È importante porre l’attenzione sui comportamenti positivi. Al contrario non fornire, quanto più possibile, nessuna attenzione a quelli inappropriati, intervenendo semmai con spiegazioni e introduzione al comportamento appropriato.

Come dire cosa non va

Questo riguarda l’introdurre al comportamento adeguato. Anziché inveire sul comportamento inadeguato, comunicare in maniera chiara il modo adeguato di potersi comportare. Dire ai bambini “questo non si fa” li lascia in un vuoto educativo che spesso non sanno colmare se non con ulteriori comportamenti che non vanno bene. Per questo bisogna sempre sottolineare come poter fare bene invece di dire ti stai comportando male.

Un esempio attinente gli adulti credo possa chiarire l’impatto emotivo di questa modalità educativa. È molto diverso se dico a una persona che mi telefona troppo spesso: “La smetti di chiamarmi a tutte le ore?!” rispetto ha “per impegni di lavoro posso risponderti solo tra le 17 e le 18, puoi chiamarmi in quell’orario”. Spiegazione e suggerimento positivo.

Ho scritto un libro dove oltre ad un’introduzione sull’autostima, trovi tre fiabe e alcune attività per per parlare di autostima ai bambini e lavorarci su, eccolo:

libro autostima bambiniCLICCA QUI PER SAPERNE DI PIÙ

3 modi per aumentare l’autostima dei bambini

3 modi per aumentare l’autostima dei bambini

Oggi ti voglio suggerire 3 modi per aumentare l’autostima dei bambini Cos’è l’autostima L’autostima è la considerazione che ciascuno ha di sé. È una condizione fondamentale per il benessere e la realizzazione piena nella vita. È molto importante che i genitori aiutino i bambini a