Accogliere un figlio: aspetti psicologici

Accogliere un figlio: aspetti psicologici

Quando arriva un bambino si pensa ad accoglierlo.

Si pensa al suo corredino, al suo lettino o culla per iniziare, magari alla carrozzina o alla fascia, insomma si pensa a incrementare oggetti e metterli nello spazio della casa. Acquistandoli o ricevendoli in regalo, nuovi o di seconda “manina”, in ogni caso siamo portati a prendere cose. Questo è giusto, servono al piccolo in arrivo.

Questa riflessione però è un invito a fare una capriola mentale e fare il pensiero al contrario.

FARE SPAZIO

Togliere, levare anzichè mettere, per poter accogliere.

Pensiamo se dovessimo accogliere in casa un amico per un po’. Toglieremmo qualcosa di nostro, magari sarebbe l’occasione per decidere di gettare via roba che non ci serve più, per lasciare spazio alla persona che accogliamo.

Accogliere è fare spazio.

Fare spazio all’altra persona.

CONSAPEVOLEZZA

Va da sé, penserete, che se acquisto oggetti per il piccolo, o me li regalano o me li passano, farò spazio per metterli fisicamente in qualche angolo della casa.

Si, ma nel farlo e basta, manca un pezzo. Manca la consapevolezza.

La consapevolezza che sto facendo spazio nella mia vita, che in quella vita che, fino ad ora era solamente la mia, adesso devo fare spazio a qualc’un altro e, per un bel po’, da certi punti di vista per sempre, quella vita non sarà più soltanto la mia.

Ci sarà uno spazio sempre dedicato al figlio.

Il mio tempo non è più solo il mio quando sono un genitore, soprattutto se sono un neo genitore, perchè i bimbi piccoli ci assorbono completamente.

Così, accogliere è fare spazio.

LO SPAZIO DEL FIGLIO NELLA VITA DEL GENITORE

La mia vita, così piena di tante cose, che ho anche faticato nel tempo a creare, adesso deve svuotarsi un po’, per fare spazio.

Anche quando accogliamo un partner facciamo spazio. Tuttavia, quando arriva un figlio è tutto più forte ed intenso.

Siamo tesi a riempirci di cose per lui.

Tuttavia, la prima cosa, è capire di cosa siamo disposti a privarci, per lasciare spazio libero. Uno spazio che, la nuova creatura cui abbiamo dato vita, occuperà.

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