In questo anno 2020 molti di noi hanno vissuto il sentimento del lutto generato dal lockdown.
COSA LO HA CAUSATO
Nulla dirò circa le informazioni contrastanti forniteci riguardanti numeri e qualità della malattia, poiché non avendo una preparazione medica, sono, come molte persone che leggeranno, impreparata a comprendere quale sia il vero dato di realtà.
La mia preparazione in ambito psicologico mi consente però di vedere quanto questa comunicazione terrorizzante abbia avuto un effetto negativo su me stessa e su chi mi circonda. È giusto e importante informare, fondamentale, ma terrorizzare no, non lo è. È la volontà del sensazionalismo che non si preoccupa realmente della salute delle persone ma di fare click e audience.
La paura, la perdita della vita così come la conoscevamo, l’ammalarsi in molti casi con addosso già la paura, la perdita per alcuni di persone care, senza neppure poter dare loro un degno estremo saluto. Tutto questo ha covato dentro molti, me per prima, senso di perdita, sentimento di lutto.
COS’È IL LUTTO
Il lutto è il sentimento della perdita, il senso del non ritorno, l’ineluttabilità del venuto a mancare.
Proviamo principalmente il sentimento del lutto quando perdiamo una persona cara, ma anche quando viene a mancare qualcosa di molto importante per noi nella nostra vita: che sia lasciare qualcuno, non per morte, magari perché si vive un divorzio, o la perdita dell’attività lavorativa che ha colpito molte persone in questo anno devastante. Anche la perdita della routine quotidiana, improvvisa e non desiderata, può gettare nello sconforto. Pensiamo a quanti magari si trovavano bene nella loro routine lavorativa e trovavano sicurezza nelle abitudini di ogni giorno. Ancor di più pensiamo ai bambini. Loro hanno subito tantissimo. Nel silenzio della notizia. Chiusi in casa. Ciascun genitore sa quanto malessere questo ha provocato.
LE FASI DEL LUTTO
Il sentimento del lutto è un sentimento complesso che si compone di più elementi. Quando ci troviamo costretti ad attraversare una condizione di lutto possiamo alternare queste fasi che non hanno una delimitazione netta, fanno parte del processo di elaborazione.
SHOCK E NEGAZIONE:
Sulle prime si rimane scioccati dalla perdita vissuta e si può addirittura “negare” il dolore che ci appare troppo forte per essere affrontato. Non so come sia capitato di sentirvi all’inizio di questa pandemia con clausura. Personalmente non riuscivo a crederci, qualcosa dentro di me desiderava che all’improvviso finisse tutto e la vita riprendesse quella di prima. Non lo volevo vedere, era troppo doloroso, soprattutto quando pensavo alla mia bambina.
RABBIA
C’è poi l’emozione della rabbia, per la perdita della condizione precedente. Certo questo ha poco a che fare con la razionalità, quel che ci è venuto a mancare non è stato il risultato di una decisione di cattiveria nei nostri confronti, tuttavia ci sentiamo arrabbiati per il dolore che siamo costretti ad affrontare.
NEGOZIAZIONE
A un certo punto tentiamo di trovare una spiegazione, cerchiamo di dare un senso alla cosa, una soluzione, ci attacchiamo alla razionalità per cercare di spiegarci quanto accaduto e superare il senso di impotenza.
DEPRESSIONE
Arriva un momento in cui aggrapparsi alla negazione, alla rabbia o alla razionalità non funziona, tutto cede il passo al dolore.
Il dolore per essere superato va vissuto.
Purtroppo c’è la mancanza, non si può negare. Le nostre sacre libertà sono state calpestate, i nostri bambini sono stati deprivati di tanto e anche noi. Questo non può non generare tristezza.
ACCETTAZIONE
Quando il dolore viene vissuto, può essere elaborato, si può accettare l’accaduto e in qualche modo trovare pace. Ciascuno ha un tempo personale, le fasi vengono attraversate da persone diverse con intensità e tempistiche differenti.
Trovare un proprio senso alla perdita è quello che aiuterà ad andare avanti. Quando perdiamo una persona cara, ci troveremo ad andare avanti nella vita portando quell’amore da fuori verso quella persona a dentro di noi. Porteremo con noi come quella persona ci faceva sentire e la bellezza del suo ricordo, doloroso, ma importante da portare con noi, come parte evolutiva.
A CHE PUNTO SEI
Questo momento socio-economico-sanitario-giuridico di grave lutto è ancora in corso e non ne conosciamo la durata. Questo rende la sua elaborazione molto dura. È in qualche modo un lutto in atto, continuativo. È difficile trovare una propria chiave di lettura evolutiva per andare avanti. Trovo conforto nelle parole di un personaggio di fantasia che mi piace molto:
Ho scoperto che sono le piccole cose…
le azioni quotidiane della gente comune
che tengono a bada l’oscurità.
Semplici atti di gentilezza e amore.
([J.R.R.Tolkien – Lo Hobbit)
Dico a me stessa proprio lo stesso. Sono le piccole azioni quotidiane, quelle spesso vissute automaticamente, che ci portano avanti, un piccolo passo dopo l’altro. Quelle svolte anche insieme a chi amiamo, nella nostra casa. Queste piccole azioni, anche se in piccola o grossa parte mutate, continuano a portarci avanti. Ad esse mi voglio aggrappare e su di loro cerco di costruire speranza.