Primi passi – un viaggio di consapevolezza – l’importanza di una sana narrazione di sé
Una volta iniziato il viaggio in questo mondo, una delle prime tappe è sicuramente iniziare a compiere delle azioni, o meglio, ancora prima, cercare di capire quali azioni possiamo compiere.
Ci troviamo davanti a tantissime possibilità ma non tutto sarà alla nostra portata. Questo è vero da più e più punti di vista.
I primi passi di un bambino
Da un punto di vista materiale pensiamo alla nostra primissima infanzia a quando ci siamo sforzati per muovere i primi passi, a volte i bambini vorrebbero forse fare più di quello che sono sul momento equipaggiati per fare, ma devono necessariamente fare i conti con i loro limiti e appoggiarsi, fare passetti piccini, rialzarsi da terra spesso, farsi portare per mano etc. Non possono certo incominciare saltando anche se magari vedere un bimbetto più grande che saltella può far venire voglia anche a loro di saltare!
Primi passi un po’ più avanti
Nella vita ci ritroviamo più volte a compiere “primi passi”. Quando iniziamo un nuovo ciclo di studi, un nuovo lavoro, quando entriamo per qualche motivo in un ambiente nuovo. In ciascuna di queste situazioni ci troviamo a dover muovere dei “primi passi”. Si tratta di situazioni in cui è necessario saper valutare le proprie risorse, capire quali sono adeguate e cercare di utilizzarle al meglio. Ci mette un po’ alla prova, si procede per prove ed errori e si aggiusta il tiro. Si diventa via, via più bravi a mano a mano che facciamo esperienza e capiamo cosa è più adeguato alle nostre inclinazioni.
Nelle carte arriva il mago
Nei tarocchi che rappresentano attraverso immagini molto simboliche un vero e proprio percorso di consapevolezza, dopo che con un “botta da matto” è stato avviato il percorso di consapevolezza, la tappa successiva è quella del mago.
I mago è una carta dove ci si trova davanti ad una tavola piena di attrezzi. Si sta fermi a valutare le proprie competenze pratiche. Cosa fare? Quale azione intraprendere? Prendere consapevolezza delle proprie attitudini è un passo necessario lungo la via della consapevolezza. Uno dei primi tasselli nella costruzione della coscienza di sé.
Cosa accade dopo il “C’era una volta” nelle fiabe?
Veniamo introdotti alla storia attraverso descrizioni, fisiche magari o anche di abilità dei personaggi che quindi a poco a poco si delineano, prendono vita, prendiamo coscienza di loro, di chi sono, di come sono, di cosa fanno.
Appena si avvia la storia tuttavia i personaggi sono in un certo punto della loro vita, sono caratterizzati a un certo modo. Lungo la storia avranno modo di affrontare prove, cambiamenti, diventare. Insomma ci sarà un’evoluzione rispetto al momento iniziale.
Così è lungo il cammino della nostra vita. Così è un percorso di consapevolezza. Sulle prime non sappiamo bene chi siamo, cosa vogliamo fare. È necessario tempo per agire, sbagliare, progredire, conoscersi.
Via, via, a piccoli passi, si costruisce la propria identità, o meglio diventiamo consapevoli di come siamo e possiamo lavorare per diventare a pieno noi stessi.
Un percorso è una storia da narrarsi
Quando percorriamo la vita con consapevolezza la nostra evoluzione avanza. Molto importante è la narrazione che facciamo a noi stessi. Come ci raccontiamo quello che ci accade?
Ma che vuole dire COME ce lo raccontiamo?
Vuole dire che la realtà non è mai un fatto oggettivo. Ciascuno di noi percepisce la realtà dal suo personale punto di vista soggettivo fatto dalla storia personale e dalle caratteristiche individuali.
Anche quando abbiamo davanti un numero di oggetti, l’oggettività della quantità di perde ad esempio della percezione soggettiva del poco o del tanto che dipende dalla singolarità di ciascuno. Una casa di settanta metri quadri per qualcuno è modesta, per un altro una reggia!
La narrazione interiore dà forma alla propria realtà
È importante fare attenzione a cosa percepiamo a come ce lo auto-narriamo. Perché sarà quella narrazione interiore a farci compagnia nel tempo. A strutturarsi dentro di noi. A dare forma ai nostri successivi pensieri. Se ci abituiamo a narrazioni nefaste, ne seguiranno pensieri negativi.
La nostra mente ha bisogno sempre di pensare a qualche cosa e imbocca più spesso strade già percorse.
Soprattutto quando abbassiamo la guardia, quando ci stiamo per addormentare. Ecco che in quei momenti la mente per tenersi occupata, cosa di cui come detto tende ad avere sempre bisogno, imbocca le vie mentali più battute che tornano ad affacciarsi e a corroborarsi.
I pensieri corrosivi pre-sonno
E le nottate possono diventare difficili se sono pensieri bui a farci compagnia. Se sono pensieri negativi legati ad altrettanto negative narrazioni della realtà che abbiamo costruito dentro di noi, allora saranno questi i pensieri che interverranno più spontaneamente.
Tutto questo può essere cambiato.
Anche a questo serve un percorso di consapevolezza. A cambiare narrazione di sé. A cambiare la storia più importante di tutte, la propria storia.
E tu a che punto sei del tuo cammino di consapevolezza? Come ti stai raccontando?