Bulli e vittime

Bulli e vittime

Bulli e vittime: un insieme che può farsi esplosivo. Conoscere meglio le caratteristiche del bullismo aiuta a riconoscerlo, anzi di più, può aiutare a prevenirlo.

Capire “chi sono” i bulli e le vittime, aiuta a individuarli meglio e a poter elaborare un buon intervento.

Il bullismo è un fenomeno di relazione.

Vediamo quali sono gli attori del bullismo.

I PERSONAGGI PRINCIPALI: BULLI E VITTIME

DESCRIZIONE DELLE CARATTERISTICHE DI PERSONALITÀ DEL BULLO.

Come caratteristica principale per il bullo possiamo identificare l’aggressività rivolta verso i compagni.

Spesso anche verso i genitori e gli insegnanti.

I bulli mostrano un grande bisogno di “dominare gli altri.

Vantano spesso la loro superiorità, vera o presunta.

Basta poco per farli arrabbiare e presentano una bassa tolleranza alla frustrazione.

Hanno difficoltà nel rispettare le regole e nel tollerare le contrarietà.

Sono abili nelle attività sportive e di gioco e sanno trarsi d’impaccio anche nelle situazioni difficili.

La loro prepotenza non è dovuta ad insicurezza e scarsa autostima, al contrario si tratta di bambini sicuri di sé, con elevate abilità sociali, capaci di istigare gli altri.

Hanno buone doti psicologiche che usano però in maniera negativa. Cercano di manipolare le situazioni a proprio vantaggio, con forte bisogno di dominare gli altri.

Sono caratterizzati da un modo di fare reattivo-aggressivo. Spesso sono dotati di forza fisica che, suscitando popolarità, tende ad auto-rinforzarsi negativamente.

I bulli hanno generalmente un atteggiamento positivo verso l’utilizzo di mezzi violenti per ottenere i propri scopi e mostrano una buona considerazione di sé stessi.

ll rendimento scolastico è vario. Tuttavia, tende ad abbassarsi con l’aumentare dell’età e, parallelamente a questa, si manifesta un atteggiamento negativo verso la scuola.

L’atteggiamento aggressivo prevaricatore di questi giovani sembra essere correlato con una maggiore possibilità, nelle età successive, di essere coinvolti in altri comportamenti problematici, quali la criminalità o l’abuso da alcool o da sostanze.

I BULLI PASSIVI

All’interno del gruppo vi possono essere i cosiddetti bulli passivi, ovvero i seguaci o sobillatori che non partecipano attivamente agli episodi di bullismo. È frequente che questi ragazzi provengano da condizioni familiari educativamente inadeguate. Questo potrebbe provocare un certo grado di ostilità verso l’ambiente. Tale fatto spiegherebbe in parte la soddisfazione di vedere soffrire i loro compagni. Questo tipo di atteggiamento è rinforzato spesso da un accresciuto prestigio.

RAGAZZE:

La  psicologa Silvia Vegetti Finzi definisce il bullismo femminile come “più psicologico” di quello maschile.

“Come nel gioco della torre: bisogna cacciare dal gruppo un capro espiatorio. È un sistema di relazioni aggressive, molto violente e che lasciano quelli ferite forse più gravi di quelle fisiche”.

Spesso nella vittima delle bulle scatta un processo di “autodenigrazione”. Inoltre chi è rifiutato molte volte si accanisce nel voler entrare in quel gruppo e non rivela a nessuno i suoi problemi.

Per questo motivo può risultare ancora più difficile individuare il bullismo al femminile.

Così i maschi che hanno atteggiamenti macroscopici possono essere individuati con maggiore facilità dagli insegnanti, mentre con le femmine può essere più difficile.

A volte si creano situazioni di profonda sofferenza: la ragazzina emarginata inizia a rifiutare la scuola, si finge malata, non parla. Spesso sono i genitori a segnalarlo alla scuola.

Tra gli adolescenti un bullo su sei è femmina.

DESCRIZIONE DELLE CARATTERISTICHE DI PERSONALITÀ DELLA VITTIMA.

VITTIME SOTTOMESSE

Le vittime sono solitamente persone ansiose ed insicure, spesso caute, sensibili e calme.

Se attaccati, reagiscono prevalentemente chiudendosi.

Talvolta soffrono anche di scarsa autostima ed hanno un’opinione negativa di sé e della propria situazione.

Reagiscono in modo ansioso o sottomesso, associato, soprattutto se maschi, ad una debolezza fisica, modello che viene rinforzato negativamente dalle conseguenze dei comportamenti sopraffattori.

Tali conseguenze sono sempre a svantaggio della vittima perché non possiede le abilità per affrontare la situazione o, se le possiede, le padroneggia in maniera inefficace.

Spesso, le vittime vivono a scuola nella condizione di solitudine e di abbandono. Non riescono molto nelle attività di gioco o sportive, sono abitualmente non aggressivi, ma hanno difficoltà ad affermare se stessi nel gruppo dei coetanei.

Il rendimento scolastico è di vario tipo e tende a peggiorare nella scuola media.

Queste caratteristiche sono tipiche delle vittime definite passive o sottomesse, Sono caratterizzate dall’insicurezza, l’incapacità, l’impossibilità o difficoltà di reagire di fronte agli insulti ricevuti. Le ripetute aggressioni non fanno altro che peggiorare questo quadro di incertezza sulle proprie capacità.

VITTIME PROVOCATRICI

Esiste un altro gruppo di vittime: le vittime provocatrici.

Sono caratterizzate da una combinazione di modalità di reazione ansiose e aggressive. Possono essere iperattivi, inquieti e offensivi. Tendono a controbattere e possono essere sgraditi anche agli adulti.

Hanno la tendenza a prevaricare i compagni più deboli. Non è raro che il loro comportamento provochi reazioni negative da parte di molti compagni o di tutta la classe.

Questo tipo di vittima è meno frequente rispetto alle precedenti e le vittime del primo tipo risultato maggiormente esposte a rischio di depressione.

CONCLUSIONI

Le vittime presentano sin dall’infanzia un atteggiamento prudente e una forte sensibilità. Nell’età adulta risultano a rischio di criminalità molto al di sotto della media.

Ti ho voluto fare un quadro delle caratteristiche di “bulli” e “vittime” perché credo che possa agevolare nell’identificarli. Per aiutarti a capire se i tuoi figli o dei loro amici possano rientrare in alcune di queste caratteristiche.

Il bullismo è un fenomeno di relazione.

Avere attenzione alle caratteristiche dei possibili “attori di tale relazione è importante per prevenirne o fronteggiarne la manifestazione.

Rendere consapevoli anche i bambini, oltre che i genitori, aiuta, perché i bambini possano chiedere aiuto se necessario.

 

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