Una fiaba per parlare di adozione e di affido

Una fiaba per parlare di adozione e di affido

Oggi condivido con te una fiaba per parlare di adozione e di affido

Com’è nata questa fiaba

Alcuni anni fa, una psicoterapeuta mi chiese di scrivere una fiaba per affrontare il tema dell’affido con un bambino, o meglio per offrire aiuto al genitore affidatario che era in difficoltà sull’affrontare l’argomento.

La fiaba si rivelò un mezzo delicato ed efficace per aituare sia il bambino che il genitore affidatario a entrare in un tema così importante.

Oggi voglio condividerla per tutti i genitori affidatari o adottivi che hanno bisogno di toccare un tema così importante e delicato e trovano difficoltà nel farlo.

 

La fiaba

 

Due alberi per una fogliolina

Una fiaba per parlare di adozione e di affido

 

 

C’era una volta un alberello, anzi ce n’erano due, o forse tanti.

Poteva essere un bosco.

Di questo bosco vi voglio raccontare la storia di una piccola foglia e della sua vita particolare.

Ora il caso volle che c’era in questo bosco un alberello. Questo alberello non poteva aver le foglie poverello, però stava lì, dritto, dritto e pronto a sostenere foglioline, come tutti gli alberelli vicini.

Ora il caso volle che lì vicino, un altro albero cresceva, di foglie e foglioline era pieno zeppo, i suoi rami crescevano e crescevano talmente che quasi non ce la faceva a tener tutte le foglie insieme.

Proprio un ramo di questo alberello aveva esagerato e dal tronco s’era talmente allontanato che per tenersi su si era dovuto poggiar sui rami belli tesi ma vuotini di quell’alberello lì vicino.

L’alberello senza foglie era felice e iniziò a sostener quel ramo ricco come se fossero state le sue proprie foglioline.

L’ultima fogliolina sulla punta, in particolare, era talmente ben adagiata sull’altro alberello da pensar d’essere parte di quest’ultimo invece che del suo.

La fogliolina cresceva e cresceva sostenuta dall’alberello spoglio che si era sentito così bene da quando poteva darle tutto il suo sostegno e vederla crescere.

Era così felice che dimenticò nel tempo di raccontare alla fogliolina come erano andate le cose, lei pensava che lui fosse il suo albero e lui era contento di lasciarglielo credere.

Un giorno la fogliolina ascoltò nel vento i fruscii delle altre foglioline vicine. Ridacchiavano e dicevano che lei se stava su un alberello che non era il suo.

La fogliolina si indispettì, perché dovevano raccontare bugie del genere su di lei?

La cosa, però, le mise una certa curiosità, iniziò a guardarsi intorno, fece domande all’albero, cercò la verità.

Una verità che non piacque.

Si sentì molto smarrita e arrabbiata nello scoprire che quello che aveva sempre pensato essere il suo albero in realtà non lo era.

Era arrabbiata anche col suo vero albero che l’aveva appoggiata su un alberello diverso.

Per un po’ rimase chiusa, chiusa in se stessa, non voleva più frusciare, le davano fastidio persino la pioggerellina e il sole.

Dopo un po’, però, il vento la smosse, raccontandole una bella storia. Una storia fatta dell’amore di un albero che non aveva le foglioline, ma che si era messo a disposizione per far da sostegno alla fogliolina di un altro albero, che penzolava da un ramo e che, se non si fosse fatto aiutare, avrebbe perso la sua fogliolina per sempre.

Un sostegno che non chiedeva nulla in cambio, se non la gioia di vedere la fogliolina crescere e frusciare e vivere!

La piccola foglia rimase incantata dal racconto del vento.

Il piccolo albero era stato davvero generoso.

Decise di continuare a frusciare, a godere la pioggerellina e il sole, con la ricchezza unica che aveva di essere la fogliolina di due alberi: uno che le aveva dato la vita e un altro, che per tutta la vita l’avrebbe amorevolmente sostenuta.

FINE

© Tiziana Capocaccia

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