“Nido, germoglio, creatura” di Alessandra Racca
Oggi ti parlo ancora di una poesia: “Nido, germoglio, creatura” di Alessandra Racca. Una poesia che mette in luce l’importanza anche degli eventi critici che ci possono aiutare ad attingere nel nostro profondo, al vero sé.
Te la propongo, allo stesso modo usato per la poesia di Fried, come una lettura “terapeutica”, a mo’ di bugiardino di una medicina, che in questo caso però non ha nessuna controindicazione ;o)
Principi attivi:
Resilienza, rinascita, consapevolezza, identità, individuazione
Indicazioni:
Capita a volte, che qualche accadimento ci metta a confronto diretto con parti di noi che fatichiamo a riconoscere, a capire. Possono essere quegli aspetti che in genere ci danno fastidio quando li incontriamo negli altri. Lati oscuri, o parzialmente tali, che abbiamo bisogno di incontrare, conoscere, abbracciare, per sapere davvero chi siamo, per crescere, evolvere, arricchirci.
Sono, però, parti che non vorremmo vedere, perchè c’è anche dolore. C’è verità difficile da accogliere a capire fino in fondo chi noi siamo. Così, spesso, ci proteggiamo nell’affannosa velocità quotidiana per non fermarci a osservare, ad accogliere, a capire.
Quando certi eventi, apparentemente casuali, ci fermano e ci portano proprio lì dove avevamo paura di essere, a tu per tu con noi stessi, coi lati più oscuri della nostra anima, che abbiamo un profondo bisogno di abbracciare, ma la paura ci aveva per lungo tempo bloccato, è allora che abbiamo l’oppurtunità di aggiungere un pezzetto di verità in più, che la nostra coscienza si allarga, che il senso d’identità si fa più consapevole.
Ci sono apparentemente sfortunati casi di vita, eventi talvolta denominati catastrofi, che fanno da punto di rottura, aiutandoci a far uscire fuori qualcosa che stava dentro chiuso, bloccato.
Ci sono momenti in cui, dovremmo soccombere. Invece, proprio in quei casi, rinasciamo più forti e consapevoli e, non è mai poco, volendoci un po’ più bene di prima.