Stare nella relazione nell’intervento psicoeducativo per l’autismo
Stare nella relazione nell’intervento psicoeducativo per l’autismo è stata una delle mie più grandi difficoltà professionali, di più, personali.
Una grande difficoltà nelle professioni di cura riguarda le emozioni. Quando entriamo in contatto con gli altri, ripetutamente, nasce un qualche tipo di rapporto.
Quando ho iniziato a lavorare con l’autismo non ero ancora preparata sul campo per questo aspetto.
Avevo chiare le teorie, memorizzato le pratiche. Sapevo cosa fare.
Poi, però, c’erano le emozioni.
I bambini che di giorno a malapena sollevavano lo sguardo verso di me, di notte li sognavo che mi parlavano, sorridendo mi raccontavano qualcosa. Ero coinvolta.
Era giusto esserlo? Come potevo non esserlo? Mi facevo molte domande.
Mentre ero così vicina da poter entrare in relazione con loro e fare bene il mio lavoro al tempo stesso ero in difficoltà, il lavoro con loro si faceva più difficile proprio per via della mia vicinanza emotiva.
Un punto di forza che era anche di debolezza. Ciò che mi permetteva di fare al meglio, in realtà finiva per minacciare la riuscita del mio lavoro.
Ho sofferto per un po’ la mia vicinanza emotiva. La mia capacità di entrare in contatto mi limitava turbando la mia serenità di persona e di professionista.
Ci ho messo del tempo.
Ci ho messo emozioni, desiderio, volontà.
Alla fine ho raggiunto una mia ideale posizione emotiva nei confronti dei bambini e i ragazzi con cui lavoravo.
Ero vicino e lontano.
Riusciendo a creare un elastico emotivo che mi permettesse di essere così vicina da entrare in contatto con loro e fare bene il mio lavoro e al tempo stesso mantenere una “distanza di sicurezza” adeguata che mi concedesse altrettanto di far bene il mio lavoro e anche di mantenere la mia serenità emotiva di persona e di professionista.
Non è stata una consapevolezza e una capacità costruita in un giorno. Probabilmente altri professinisti più abili di me lo hanno saputo capire meglio e più in fretta. E’ stato il mio cammino personale, che mi ha permesso nel tempo di migliorare sempre di più, aggiungendo al sapere e al saper fare anche un importantissimo saper essere.
Dal mio lavoro nel campo dell’autismo sono nate anche delle fiabe.
Se vuoi puoi scaricare gratuitamente la fiaba di Cippilù, un piccola storia per parlare di comunicazione alternativa e aumentativa con le immagini, una forma di comunicazione privilegiata da molti bambini con autismo.
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