Tag: attività espressive

Journaling poetico con i tarocchi

Journaling poetico con i tarocchi

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Esercizio di poesiaterapia

Esercizio di poesiaterapia

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“31 preferisco” attività espressiva ispirata dalla poesia “Possibilità” di Wislawa Szymborska

“31 preferisco” attività espressiva ispirata dalla poesia “Possibilità” di Wislawa Szymborska

Un po’ di tempo fa ho pensato di scrivere “31 preferisco” attività espressiva ispirata dalla poesia “Possibilità” di Wislawa Szymborska, oggi voglio condividerla con te, così che anche tu possa cimentarti se lo desideri.

Chi è Wislawa Szymborska?

è stata una poetessa polacca vissuta dal 1923 al 2012. In epoca giovanile ha sposato idee legate al regime, per poi allontanarsene. La sua carriera artistica è iniziata realizzando illustrazioni e scrivendo storie, per passare poi alla poesia.

Nel 1996 riceve il nobel per la letteratura “per una poesia che, con ironica precisione, permette al contesto storico e biologico di venire alla luce in frammenti d’umana realtà” .
Nel discorso al conferimento del nobel ha detto: “Il poeta odierno è scettico e diffidente anche – e soprattutto – nei confronti di se stesso. Malvolentieri dichiara in pubblico di essere poeta – quasi se ne vergognasse un po’. Ma nella nostra epoca chiassosa è molto più facile ammettere i propri difetti, se si presentano bene, e molto difficile le proprie qualità, perché sono più nascoste, e noi stessi non ne siamo convinti fino in fondo…

La poesia “Possibilità”

Preferisco il cinema.
Preferisco i gatti.
Preferisco le querce sul fiume Warta.
Preferisco Dickens a Dostoevskij.
Preferisco me che vuol bene alla gente, a me che ama l’umanità.
Preferisco avere sottomano ago e filo.
Preferisco il colore verde.
Preferisco non affermare che l’intelletto ha la colpa di tutto.
Preferisco le eccezioni.
Preferisco uscire prima.
Preferisco parlar d’altro coi medici.
Preferisco le vecchie illustrazioni a tratteggio.
Preferisco il ridicolo di scrivere poesie, al ridicolo di non scriverne.
Preferisco in amore gli anniversari non tondi, da festeggiare ogni giorno.
Preferisco i moralisti che non promettono nulla.
Preferisco una bontà avveduta a una credulona.
Preferisco la terra in borghese.
Preferisco i paesi conquistati a quelli conquistatori.
Preferisco avere delle riserve.
Preferisco l’inferno del caos all’inferno dell’ordine.
Preferisco le favole dei Grimm alle prime pagine.
Preferisco foglie senza fiori che fiori senza foglie.
Preferisco i cani con la coda non tagliata.
Preferisco gli occhi chiari perché li ho scuri.
Preferisco i cassetti.
Preferisco molte cose che qui non ho menzionato
a molte pure qui non menzionate.
Preferisco gli zeri alla rinfusa che non allineati in una cifra.
Preferisco il tempo degli insetti a quello siderale.
Preferisco toccar ferro.
Preferisco non chiedere per quanto ancora e quando.
Preferisco considerare persino la possibilità
che l’essere abbia una sua ragione.

Come mi è venuto in mente “31 preferisco”

31 preferisco” è un’attività espressiva che mi è venuta in mente dopo aver letto più volte questa poesia, che oltre ad essere molto bella, mi emoziona tanto, soprattutto nel verso in cui dice “Preferisco il ridicolo di scrivere poesie, al ridicolo di non scriverne“. Così mi sono detta che era molto bella questa incalzante ripetizioni di prefenze. Sono scelte proprie libere che raccontano qualcosa sulla persona che le ha fatte. Ho pensato all’attività dei 101 desideri che non so se conosci, consiste nello stilare 101 desideri impostando la frase al presente in un certo modo, ne parla in alcuni suoi post Mathilda Stillday

Mi è allora venuta voglia di scrivere i miei 31 preferisco, 31 quanti sono quelli che scrive la poetessa in “Possibilità”. Quella dei desideri è un’attività espressiva utile per rivolgermi al futuro. Mi aiuta a pensare alle mancanze attuali, a quello che vorrei che ancora non ho, per raggiungerlo. Trovo che i preferisco mi focalizzino, invece, sul presente e su quello che c’è. Con questo spirito ho scritto i miei preferisco. Mi sono concentrata su quello che ho grazie alle scelte compiute, quello che ho “preferito” avere o pensare nella mia vita.

 

 

I miei “31 preferisco”

Preferisco camminare scalza.
Preferisco ascoltare.
Preferisco andare a letto presto.
Preferisco il vento alla pioggia.
Preferisco andare in biblioteca.
Preferisco fare a meno che eccedere.
Preferisco lasciare andare.
Preferisco la compagnia di un gatto.
Preferisco il té, ma senza limone.
Preferisco un oggetto usato a uno nuovo, perché ha una sua storia.
Preferisco il mercato.
Preferisco leggere libri gialli in estate.
Preferisco il mare d’inverno.
Preferisco tisana e copertina a bibita e sedia sdraio.
Preferisco scrivere con la penna rosa.
Preferisco i bambini che hanno tempo di annoiarsi a quelli pieni d’impegni.
Preferisco le foto stampate.
Preferisco i fogli bianchi, senza righe né quadretti.
Preferisco il sole.
Preferisco gli abiti colorati, ma nulla mi protegge dalle cattive energie come vestire di nero.
Preferisco le vecchie amiche.
Preferisco passeggiare in campagna.
Preferisco un fiore di campo.
Preferisco scrivere su un quaderno le poesie famose che amo.
Preferisco capire il perché quando mi ammalo.
Preferisco andare via.
Preferisco sapermi ciclica.
Preferisco i termosifoni all’aria condizionata.
Preferisco il profumo di lavanda.
Preferisco me stessa da quando ti ho incontrato e ancora di più da quando è nata nostra figlia.
Preferisco sapere.

 

Adesso tocca a te! Scrivi i tuoi 31 preferisco e se vuoi condividili con me.

 

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La tua creatività può aiutarti

La tua creatività può aiutarti

Nella vita tutto dipende dall’atteggiamento mentale, è in questo che la tua creatività può aiutarti.

Perché?

La creatività è una chiave che apre la mente

La vita ci pone di fronte a difficoltà e momenti di crisi, il più del volte è come noi affrontiamo un qualcosa a determinarne il senso.

Imparare a essere creativi nella propria attività e nella vita ci spinge a raggiungere sempre un pezzetto in più di possibile.

Impegnarsi per essere creativi apre la mente a nuove soluzioni e a nuove idee.

Una nuova soluzione, una nuova idea ci rendono un po’ più evoluti, un po’ più competenti, ci rendono un pochino meglio di come eravamo prima del nostro spunto creativo.
Certo esistono anche le cattive idee, bisogna imparare a valutare, a capire quando attuare e quando, invece, usare un’idea non troppo buona come scalino da cui partire per averne una migliore. Quindi ancora una volta a essere ulteriormente creativi.

Ho detto impegnarsi.

Sì. Anche per essere creativi bisogna impegnarsi, come in tutte le altre aree della vita. Sicuramente non si tratta di qualcosa di meccanico e ripetitivo, da svolgere come un’automa. Questo no.

“la creatività è un muscolo che può essere allenato” (E. De Bono).

Come si fa ad allenare la creatività?

la creatività è una chiave che apre la mente

Certo esistono un numero notevole di tecniche. Ti racconterò quelle che uso io e che funzionano molte bene secondo me.

  • La scrittura, utilizzata in un certo modo.

  • La narrazione, anche per gioco, anche per chi crede di non poter inventare una storia, invece con certe modalità e alcuni spunti si può.

  • Le mappe mentali. Una tecnica utile a talmente tanti aspetti della vita dell’essere umano che non poteva naturalmente mancare tra i metodi per supportare la creatività.

  • Leggere tanto e cose di tanti tipi, perché tra ciò che è già stato scritto possiamo trarre tantissime ispirazioni.

  • Meditare. Liberare la mente. Sgombrare la testa dai pensieri routinari fa spazio alle possibilità creative e a nuove idee.

  • Fare doodles, quei piccoli disegnini ripetitivi, sistematizzati dallo zentangle, che poi è, in un certo senso, un modo di meditare, attraverso un’azione. Anche in questo caso sgombra la mente a fa spazio alla creatività.

  • Mandala, per gli stessi motivi della meditazione e del doodling.

Le prime quattro tecniche in elenco servono soprattutto nella prima fase del processo creativo: quello di raccolta delle informazioni (per approfondire le fasi del pensiero creativo: Parsi, Del Monte, Piperno “Coaching Creativo”).
Quando vogliamo avere una nuova idea, uno spunto creativo o realizzare un prodotto artistico abbiamo anzitutto necessità di raccogliere le idee, informazioni, di espanderle, associarle in maniera nuova.

Le ultime tre voci accompagnano molte bene invece una fase successiva, che definirei di “incubazione” del nostro momento creativo vero e proprio. Un lasso di tempo più o meno lungo durante il quale “quasi dimenticare” tutte le idee e le informazioni raccolte, per “fare spazio” all’idea nuova, allo spunto creativo vero e proprio.

Ora ti suggerisco come fare qualche attività specifica rispetto all’elenco precedente:

Scrittura.

Tempo fa mi sono imbattuta in una ricerca sulla scrittura al servizio del benessere. Nello specifico i partecipanti erano invitati a scrivere per un numero prestabilito di minuti per tot di giorni concordato.

Uno scrivere a mò di flusso di coscienza. Se non sei abituato a scrivere inizia con tre minuti per tre giorni, per poi passare a cinque minuti per cinque giorni.
Scegli un momento della giornata in cui puoi stare in tranquillità per questo piccolo intervallo di tempo. Bastano un quanderno e una penna, ma so per esperienza che se riusciamo a scegliere un bel quaderno e una bella penna che ci ispirano saremo più motivati.

Un altro modo per lasciare andare il “flusso” della scrittura è scegliere una parola chiave che per qualche motivo ci attrae o ci ispira e iniziare a scrivere tutto quello che ci viene in mente in proposito. Idee, ricordi, notizie che abbiamo appreso, persone, luoghi che la parola scelta ci evoca. Per ogni aspetto scriviamo anche il motivo. Questa è una sorta di brain-storming tematico che si può riverlare molto utile per la nostra creatività.

A distanza di qualche tempo rivedere i nostri “appunti” può essere utile fonte di suggerimenti.

§

Narrazione.

Raccontare è qualcosa di insito nell’essere umano. Mi piace dire che siamo al mondo per ascoltare e raccontare storie. La narrazione di storie realistiche o inventate accompagnano l’essere umano dalla notte dei tempi possiamo considerarlo quasi un nostro istinto.

Come fa la narrazione ad allenare la creatività?

Se raccontiamo un fatto vero, ci alleniamo a narrare, costruiamo il resoconto che diventa un po’ un racconto.
Questo ci supporterà per passare poi al racconto di fantasia che è di per sé un atto creativo.

Ti voglio suggerire alcuni esercizi per inventare una storia:

1. Tre elementi per una storia: scrivi in cima ad un foglio il tuo animale preferito, un luogo che ti piace, un’attività che ami, poi, con questi tre elementi, costruire una breve storia.

Naturalmente, si possono fare tutte le variazioni che si desiderano, possiamo pensare al cibo preferito, al colore che ci piace di più, a un mestiere e via con la fantasia.

2. Un’altra strada che possiamo percorrere, se desideriamo cimentarci con la favolazione, ma di fronte ad una pagina tutta bianca non riusciamo a iniziare, è partire da un incipit già esistente. Sceglieremo una favola già scritta, o anche una storia vera che possiamo trovare su una rivista. Possiamo così avere un inizio.
Alcune righe, questa è una scelta libera, cinque, dieci, metà del racconto, siamo liberi di decidere in che punto desideriamo intervenire per andare avanti da soli, innovando il finale della storia, favolando in libertà sorretti dalla guida degli elementi presenti nel racconto scelto, che ci fa da inizio e spunto per continuare a modo nostro

3.  Ci si può aiutare anche con le carte di Propp.
Vladimir Propp, linguista russo nato negli ultimi anni del diciannovesimo secolo, ha studiato approfonditamente la morfologia delle fiabe (1928) e le cosiddette funzioni di Propp rappresentano tutti i possibili personaggi che intervengono in una fiaba: protagonista, antagonista, aiutante, falso eroe etc. Le funzioni e lo schema forniscono una gamma completa dei possibili accadimenti, da cui prendere spunto per portare avanti la propria storia. Esistono, reperibili anche online, le “carte di Propp” con cui “giocare” per inventare una storia, mescolando e scegliendo via, via la carta di una funzione o di una situazione, posso lasciarmi supportare nella narrazione di una storia.

Perché ti sto suggerendo di inventare una favola se non è questo il tuo intento creativo?

Semplice. Le fiabe hanno molti poteri fiabe, tra questi:
Veicolano e facilitano l’apprendimento.
Comunicano qualcosa di complicato in modo semplice.
Aprono la mente alla possibilità che esiste una soluzione.
Aiutano a trovare nuove soluzioni per un problema.

Le fiabe con i loro lieti finali ci comunicano che si può trovare una soluzione. Aprire la mente all’idea che una soluzione è possibile muta il nostro atteggiamento mentale, ci apre a nuove possibilità e questo è un bellissimo aspetto della creatività.

§

Mappe Mentali

Le mappe mentali sono uno strumento grandioso per allenare la creatività.
Si tratta di uno strumento studiato per funzionare come il pensiero e supportarlo.

La sua forma grafica radiante rispecchia proprio il funzionameno del pensiero.

Si scrive al centro di un foglio una parola o meglio ancora incolliamo un’immagine che sarà il nostro “stimolo“, il tema centrale. Dal centro faremo partire dei raggi verso delle cosiddette Idee Organizzative di Base che saranno gli aspetti fondamentali del tema centrale scelto. Da ogni idea base potremo poi ramificare e sottoramificare per associazione mentale tutti i concetti che riteniamo di inserire.
Le associazioni che inseriremo tenderanno a suggerircene di nuove.
In questo modo le mappe mentali diventano una vera palestra per la creatività, essendo fatte apposta per suggerire nuove associazioni di idee e concetti.

§

Lettura

Riguardo la lettura, come elemento utile a ispirarsi, si apre un mondo. Ciascuno di noi può trarre ispirazione da un genere diverso, da un autore preferito.

Personalmente traggo notevole ispirazione dalla lettura di aforismi e poesie che trovo siano dei condensati di senso volti a suscitare numerose riflessioni e spunti creativi.

§

Meditare.

E’ un’attività che promuove non solo la creatività, ma il benessere generale della persona, per cui vale sempre la pena di prendersi qualche minuto ogni giorno da dedicare alla meditazione. Il primo aspetto importante della meditazione è trovare uno spazio e un tempo per sé.

Questo tempo per noi in un angolo tranquillo in casa o all’aperto ci permetteranno di raccoglierci, chiudendo gli occhi e concentrandoci sulla nostra respirazione. Questo ci aiuterà a rilassarci e a staccare la mente dal flusso di pensieri quotidiani.

Ci sono molte tecniche di meditazione, personalmente ne ho provate due o tre e quella che mi è piaciuta di più è stata

La meditazione del radicamento

Si tratta di questo: trovato un luogo adeguato, stando seduti con le piante dei piedi poggiate a terra, chiusi gli occhi e trovato il giusto stato di rilassamento con il respiro, inizia ad immaginare che delle ramificazioni lucenti partano dal centro del tuo corpo e scendano giù attraverso le gambe e poi attraverso i piedi scorrano lungo il pavimento e i travi del palazzo e ancora giù  sotto al manto stradale fino alla terra e giù nel sottosuolo. A mano, a mano che le radici scendono si fanno sempre più forti fino ad arrivare al centro del pianeta. Giunto qui, pianta le tue radici. Da esse inizierai a ricevere e dare energia, collegato al centro della Terra. Da qui l’energia risalirà lungo le radici, attraverso il sottosuolo sempre più su, fino ad affiorare in superficie e poi più su, lungo il pilastri dell’edificio dove ti trovi, e attraverso il cemento, e poi il pavimento, fino ad arrivare a te, attraverso i piedi, e risalendo per le tue gambe fino al centro del corpo.

Ogni volta che mi immergo in questo tipo di meditazione ne riemergo ricaricata. Mi fa inoltre da “stacco” dalla realtà.

Spesso dopo un momento di meditazione ho avuto delle idee per nuove storie da scrivere o progetti da realizzare o anche un semplice fumetto da scarabocchiare.

Una volta pensato ad un argomento, fatto brain-storming magari attraverso un flusso di scrittura, capita che la creatività si prenda un tempo di “incubazione.

Apparentemente potremmo scoraggiarci, a me è successo, dopo aver lavorato per raccogliere informazioni e idee, le prime volte questo periodo più o meno lungo prima che arrivasse lo spunto creativo mi spaventava. La meditazione può accompagnarci in questo momento speciale, facendo spazio nella nostra mente liberandola dai pensieri quotidiani.

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Doodling/scarabocchiare

Lo scarabocchiare o per usare il termine inglese il doodling ha sulla mente lo stesso potere della meditazione, possiamo anzi considerarlo una sorta di meditazione condotta attraverso l’azione.

Un’azione che ci conduce ad uno stato di distacco dai pensieri e dai problemi e ci induce uno stato di concentrazione. Si può sia eseguire dei pattern in bianco e nero che consistono in piccole forme ripetute all’interno di una superficie delimitata, oppure usare il colore, anche su disegni prestampati. Ciascuno può scegliere il modo che sente più suo.

§

Mandala

Anche i mandala, cerchi con dei motivi disegnati dentro, come il doodling aiutano a rilassarsi e concentrarsi favorendo così la creatività.

Si tratta di momenti per rilassare e svuotare la mente. In questo tempo le informazioni che abbiamo raccolto potranno potranno “sedimentare” il tempo necessario.

Quando qualcosa ci interessa e vogliamo avere un’idea nuova su un argomento, per realizzare qualcosa, è di aiuto in fase inziale raccogliere informazioni, magari attraverso una mappa mentale e lasciare poi tempo alla nostra mente di rilassarsi e “non pensarci per un po’”.

Con i mandala si può procedere in più modi. Sarà possibile colorarne di già stampati, attività questa del tutto simile a quella precendente con i pattern dello zentangle.
Possiamo però, questa seconda ipotesi è quella che personalmente preferisco, scegliere di disegnare noi il nostro mandala. Abbiamo due vie:
Usare goniometro e righello oppure andare “a mano libera”.
Ho provato entrambe le modalità e con mio stupore ho avuto risultati migliori a mano libera.

mandala

ciascuno di noi può da sé capire liberamente cosa lo aiuta a rilassare la mente e lasciarsi andare al tratto facendo alcune prove.
Inoltre i mandala rappresentando il sé, danno modo di rappresentare se stessi in un momento preciso della vita.

A me per esempio il mio mandala ha comunicato a chiare lettere quanto abbia bisogno di liberarmi del senso del dovere e delle costrizioni. Insomma di andare “a mano libera”.

Ci sto provando!

E tu, ci vuoi provare ad allenare la tua creatività?

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