La felicità delle piccole cose è la più vera.
Credo che abbia molto a che fare col restare in contatto con la propria bambina interiore.
Quella là che ci vuole fare proprio perdere tempo, voltarsi e fermarsi a guardare una lumachina che le ricorda l’importanza della lentezza.
Quella che ti fa smettere di digitare veloce sui tasti del computer perché la pioggia fa tic, tic sul vetro ed è sempre curioso e affascinante sentirlo e vedere le gocce che brillano e scivolano unendosi in piccole forme.
Quella lì che ti fa distrarre dal documento importante perché arriva un odore che ti rituffa altrove dove c’era stata già felicità
Quella bambina da tenersi stretta, da cercare col lanternino se per caso è per ora nascosta. Dovremmo fermarci e chiamarla e riaccoglierla, che solo lei può re-insegnarci la felicità.
Oh certo non la felicità delle grandi conquiste dell’età della ragione, dei riconoscimenti altisonanti dell’epoca adulta. Di quelli non sa nulla e poco gliene importa.
TI porterà invece ad avere voglia di sederti ancora su un’altalena. Di canticchiare un motivetto che ti mette allegria.
Di perdere… perdere? Di prendere tempo.
Regalarti del tempo, che regalarsi tempo è il primo e più importante modo di volersi bene.
SI MA IO QUELLA BAMBINA L’HO PERSA. COME SI FA?
Accade crescendo di dimenticarla, sperduta dentro, chiusa lontano in una stanzetta. Non vogliamo che disturbi l’attuazione dei doveri col suo desiderare. La mandiamo via dalla nostra attenzione, poverina. A volte, per lungo tempo, anche una vita, ci dimentichiamo di lei.
Per tornare ad averla presente e vicina, bisogna andare a cercarla, dove sta rintanata. Nascosta, delusa.
Come sempre con i bambini ci vuole grande pazienza, tocca trovare un modo per agganciarla, qualcosa che ci piaccia, sia a noi grandi che a lei bambina. Perché qualcosina in comune in genere resta.
Può essere un piccolo passatempo che ormai giudichiamo inutile.
Può essere un odore, un luogo, una musica.
È qualcosa che sempre ci fa stare bene, che ormai abbiamo messo da parte fino talvolta a dimenticarci di dedicargli spazio.
Se non sappiamo più cosa sia, bisogna mettere in agenda, come quando stiamo poco bene e dobbiamo andare dal medico per fare delle indagini, dei tempi di ricerca di quelle piccole cose che ci rimettono in contatto con la verità della nostra anima.
È sempre lì che si accoccola la bambina interiore, dove si sente riconosciuta e amata per com’è veramente.