Una fiaba sull’ispirazione
ISPIRAZIONE
sostantivo femminile
Impulso riconducibile a fattori singolari o privilegiati, per lo più irrazionali o fortuiti, diretti sia verso una scelta pratica, sia verso la formazione di un messaggio o di un prodotto artistico.
L’ispirazione non ci può abbracciare se non glielo lasciamo fare.
È necessario predisporre il proprio animo alla possibilità, alla magia, alla meraviglia, alla nostra parte irrazionale, all’intuizione.
Mastro Licciardello, il protagonista della mia fiaba, si affida alla parte di sé esecutiva, a testa bassa produce i suoi violini, porta a termine diligentemente tutte le fasi operative e si dimentica della magia, la rinnega, la sbeffeggia.
Anche io per molto tempo mi sono affidata completamente alla sfera razionale.
Qualcosa però dentro di me nel tempo si è indispettito.
I miei “folletti” si erano arrabbiati e a un certo punto hanno smesso di elargirmi i loro doni.
A una certa età ho smesso di disegnare, di scrivere poesie, di inventare storie. Tutte attività che amavo all’infinito da bambina.
Pensavo di diventare grande, di dover fare tutto quello che c’era da fare, di dovere eseguire gli “ordini” che mi imponevo e che questo sarebbe bastato a mettere tutto a posto.
Quando i “folletti” se ne vanno però l’armoniosa melodia se ne va con loro.
Restano suoni orribili, che fanno stare male.
È l’infelicità che mi ha scosso dentro e fatto capire che dovevo riacchiappare i mie “folletti”, offrire loro la possibilità di rendermi l’armonia e la felicità.
Non è stato facile.
Non successo in un giorno.
Proprio come Mastro Licciardello ho dovuto rallentare, fermarmi. Capire. Dare possibilità all’intuizione di entrare di nuovo.
Le ferite auto-inflitte impiegano più tempo forse a essere riconosciute, ma possono essere guarite.
I “folletti” possono fare ritorno. Donare ancora talento e ispirazione.
Bisogna predisporre il proprio animo.
Aprire la mente alla parte irrazionale.
Lavorare col cuore più che col cervello.
Come ha detto quel gran saggio del piccolo principe
Non si vede bene che con il cuore, l’essenziale è invisibile agli occhi
ma, aggiungerei, diventa visibile nelle fiabe.
Mastro Licciardello è una fiaba che attraverso la storia di un liutaio, di violini e folletti vuol parlare dell’importanza di ascoltare l’intuito, di non perdere il legame con la parte meno razionale di sé e con la fantasia. Il libro contiene anche la spiegazione della fiaba e proposte di attività. Dai 7 anni.
La storia è suddivisa in brevi capitoli di poche pagine ciascuno, adatto alla lettura autonoma dai 7 anni facilitata dal carattere stampatello.
Racconta di un luitaio i cui violini danno un suono che incanti chiunque li ascolti, grazie a dei folletti che donano questi magici suoni. Tuttavia il liutaio non crede ai folletti, anzi li sbeffeggia, pensando che non esistano.
La fiaba di Licciardello, questo il nome del protagonista, sta a significare che se si smette di ascoltare l’intuito e si diventa dei meri esecutori razionali, la “magia” ci abbandona. Per fortuna però i folletti possono fare ritorno. Nella fiaba e nella realtà. Alla fine del racconto, sono presenti delle note esplicaticative e degli spunti di riflessione e alcune attività di fantasia. Trovi la fiaba su Amazon, clicca sull’immagine.
Se ti senti presa da un ansia apparentemente senza causa, duratura nel tempo, può darsi che la razionalità ti abbia portata con un eccessivo senso del dovere ad allontarti da ciò che sei veramente. Per prendere maggiore consapevolezza di te, una consulenza può essere utile: scrivimi@tizianacapocaccia.it