Come inventare una fiaba – terza parte
Un’altra strada che ti suggerisce come inventare una fiaba, se di fronte ad una pagina tutta bianca non riesci ad iniziare, è scegliere tra tante favole, o anche da storie che puoi trovare su una rivista, quindi storie anche vere, e prenderne l’inizio.
Come inventare una fiaba? Parti da un incipit
Alcune righe, questa è una scelta libera, cinque, dieci, metà del racconto, siamo liberi di decidere in che punto desideriamo intervenire per andare avanti da soli, innovando il finale di una storia, favolando in libertà e sorretti dalla guida degli elementi presenti nel racconto scelto, che ci fa da inizio e spunto per continuare a modo nostro.
Qualche anno fa con una mia amica ci siamo divertite a riscrivere la parte finale, e in determinati casi anche la parte iniziale, di fiabe molto famose, è stato un’esperienza molto divertente. La bella addormentata era diventata una donna in preda all’insonnia che non riusciva a prender sonno, mentre la piccola fiammiferaia si era riscattata dando vita ad una azienda produttrice di caldaie! Basta liberare la fantasia per percorrere vie infinite.
Una fiaba per parlare di te o per comunicare un tema difficile a un bambino?
Questo modo di pensare le storie, partendo da spunti, da inizi, da storie note, può servire molto per avviare la scrittura se lo scopo è parlare di sé, conoscersi meglio attraverso i propri scritti.
Potremmo giovarci di un aiuto un po’ diverso se il nostro scopo è parlare di un tema specifico a qualcuno, che nella maggior parte dei casi magari sarà un bambino, ma non è detto che sia sempre così. In questo secondo caso, si può procedere seguendo due vie. Una da autore e una da lettore.
Come autore
Scegliendo la via da autori possiamo partire con la mente alla ricerca di un modo appropriato per favolare un argomento e scriverlo per poi narrarlo. Oppure, possiamo scegliere di far parlare per noi una favola che già esiste, molte sono le storie che sono già nate in un libro, possiamo scegliere quella che fa al caso nostro e servircene per parlare del nostro argomento difficile.
Nel caso in cui scegliessimo di voler esser autori della storia per parlare di un tema difficile, può esser utile usare il gioco del “Se fosse..” e le già citate funzioni di Propp.
Il gioco del Se fosse
Il “Se fosse” è un gioco che andava di moda qualche tempo fa, era utilizzato anche in una nota trasmissione TV. Il gioco consiste nel pensare una persona e poi nel rispondere alle domande che possono essere le più varie, ad es. Se fosse un animale? O un luogo? Se fosse un colore? Una cosa da mangiare? E così via. Questo gioco si può adattare alla favolazione di un argomento per poi narrarlo, appunto, attraverso una fiaba.
Come si fa?
Trovo, per personale esperienza, ma non è una regola, perché la fantasia gode della più ampia libertà, che i seguenti due “Se fosse”: “Se fosse un animale o un oggetto?” e “Se fosse un’azione?” siano molto utili per avviare una storia, il primo ci darà il soggetto su cui elaborare la nostra storia, partire, invece, col secondo “Se fosse” da uno spunto importante sul cosa far succedere nella storia.
Un esempio
Ad es. voglio parlare di un tema importante, ma un po’ difficile come la “diversità”. Inizio a chiedermi i miei “Se fosse”. Posso partire, chiedendomi cosa sarebbe se fosse un animale: potrebbe essere un gattino blu, perché? Forse perché il gattino è normalmente di un altro colore, o perché non può passare inosservato, proprio come una persona diversa che attira la nostra attenzione. Dopodiché, passo a decidere quali vicende vivrà il mio gattino blu, quali ostacoli potrà incontrare, come li risolverà, da chi potrebbe ricevere aiuto, ricorrendo magari alle funzioni di Propp[1].
[1]
Morfologia della fiaba. V. Propp
Per avere altri spunti su Come inventare una fiaba, leggi la prima e la seconda puntata sul tema.